Cos’è il micromosaico

Il micromosaico “tessera dopo tessera”

Il Micromosaico, anche noto come mosaico minuto romano, o ancora mosaico filato, fa la sua comparsa a Roma verso la fine del XVIII secolo e raggiunge il suo apice durante il secolo successivo. Il progetto di decorazione a mosaico delle volte della Basilica di San Pietro, ha dato il via a questa nuova tecnica che nacque con l’intento di utilizzare materiali più resistenti al deterioramento rispetto alla più adottata pittura a muro.

Gli smalti impiegati nel micromosaico provenivano inizialmente da Venezia, ma fu poi Roma a diventarne la più grande produttrice grazie allo Studio di artisti collegati al Vaticano che si affermò nella seconda metà del ‘700. La loro attività principale era rivolta alla creazione di opere di dimensione ridotta, quadretti o intarsi che potevano essere inseriti in manufatti quali soprammobili o in oreficeria in spille e gioielli vari.

Gli smalti venivano filati con estrema maestria in bacchette per ottenere poi delle tessere piccolissime, alcune delle quali con sezione inferiore al millimetro. Gioielli e altri piccoli oggetti d’arte, oggi raccolti in musei o in collezioni private, erano all’epoca dei preziosi da mostrare e ostentare con grande invidia di chi non poteva permetterseli.

Un’evoluzione molto repentina ha caratterizzato la storia del micromosaico, che nel giro di poche generazioni è stato sempre più affinato; passando da una tecnica semplice e poco flessibile (in cui le tessere erano quadrate e disposte in file parallele) ad altre molto più elaborate e innovative in cui le tessere assumevano nuove forme e colori.

Ancora oggi il micromosaico, vera e propria eccellenza italiana, è apprezzato in tutto il mondo e continua ad emozionare per la sua bellezza; l’intento del mio progetto è quello di continuare a sperimentare e modernizzare quest’arte così affascinante, rendendola accessibile a tutti senza snaturarne la storia e l’antica tradizione.